The Walk di Philippe Petit

The WalkPhilippe Petit è un funambolo, occhi furbi e vivaci, da 40 anni gira il mondo sfidando le leggi della gravità, a grandi altezze e senza alcun tipo di protezione. Artista poliedrico, uomo colto e dal grande spessore umano: prestigiatore, giocoliere, artista da strada, disegnatore, scrittore, coreografo, regista teatrale, poeta, scacchista, ingegnere. Visionario e perfezionista, sognatore e ribelle, incurante delle regole e dei regolamenti, un uomo con la curiosità di un bambino, che si stupisce e gioisce di piccole cose, ma al contempo un uomo dalle passioni forti, che alimenta il suo animo infuocato con esperienze al limite. Un uomo capace di concepire e portare a termine progetti ambiziosi ed estremamente complessi. Ha iniziato a girare il mondo da giovanissimo, portando in scena le sue esibizioni, sia nelle piazze che su cavi installati a grandi altezze, clandestinamente. Sono proprio le sue performance sul filo che hanno fatto echeggiare il suo nome in ogni parte del mondo: dal Sydney Harbour Bridge in Australia alle guglie di Notre Dame a Parigi, dalle Cascate del Niagara alla Torre Eiffel, per citarne solo alcune, quasi tutte installazioni illegali, dopo le quali veniva regolarmente arrestato.
Forse la sua installazione più spettacolare è quella del World Trade Center: nel 1974, all’età di 24 anni, ha teso un cavo tra le cime delle Torri Gemelle di New York, aggirando ogni sorveglianza, realizzando così il sogno di passeggiare nel vuoto tra le torri, avanti e indietro, per ben otto volte, a 412 metri d’altezza, per 45 minuti!

Il funambolismo è per Petit è un viaggio, è un confronto faccia a faccia con la morte.…

Ma il funambolismo non è un’arte della morte, ma un’arte della vita, della vita vissuta al limite del possibile. Ovvero della vita che non si nasconde alla morte, ma la guarda dritta in faccia.…

Il funambolismo è un’arte solitaria, è un modo di affrontare la propria vita, nell’angolo più oscuro e più segreto di noi stessi. Il libro è la storia di un’esplorazione, un racconto esemplare dell’umana ricerca di perfezione».

Il funambolismo, dunque, come metafora perfetta della fragilità e precarietà della vita umana, vissuta sempre ad un passo dal baratro, ma non per questo meno degna di essere vissuta, con lo scopo di trasformare questa passeggiata su un filo in un’opera d’Arte. E durante il percorso scoprire e trascendere i propri limiti.the walk movie

«Entro in un mondo mistico e misterioso quando cammino nel vuoto. Il mondo del Vuoto è abitato da energie e divinità, non è affatto vuoto e lo visito il più spesso possibile. Quando prendo il bilanciere e inizio a camminare nel vuoto, quello è il mio Altro Mondo. È un luogo caratterizzato da grande sicurezza, bellezza e silenzio. Sono totalmente assorbito e presente a me stesso.
Per la maggior parte del mio tempo non vivo qui sulla terra. Vivere con i piedi per terra, lo trovo pericoloso e spesso spiacevole. E dopo mesi e anni a preparare la mia performance, finalmente arriva l’attimo in cui sto per entrare nell’Altro Mondo. Ho questo pazzo mondo che mi aspetta ed è tutto mio, totalmente creato da me e sono felice! Divento metà uccello e metà uomo, questa è la mia dimensione». (Philippe Petit)

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