STATI DI ALLUCINAZIONE di Ken Russell

altered_states locUn inquieto e spregiudicato antropologo, il dr. Jessup, arso da una divorante sete di conoscenza, non solo sulle origini della razza umana, ma dell’intero universo, si lancia in una ricerca scientifica estrema, che lo condurrà al di fuori dell’umano. L’idea è di sperimentare stati alterati di coscienza – da qui il titolo originale della pellicola – in modo da poter esplorare, per mezzo di essi, territori cosmici altrimenti inaccessibili alla scienza ordinaria. Inizialmente, lo studioso partecipa ad un rito iniziatico di una tribù primitiva dell’America Latina, ed assumendo una particolare droga psicotropa entra nell’allucinante mondo delle reminiscenze ataviche. In questo modo, non solo vive una prima e potente esperienza di coscienza alterata, ma innesca un profondo e radicale processo di trasformazione – non solo psichico, ma anche fisica – la svolta decisiva avviene nel momento in cui si sottopone a ripetute sedute di deprivazione sensoriale all’interno di una speciale camera atta allo scopo. Immerso a lungo nella vasca di deprivazione sensoriale, con le droghe che gli scorrono per le vene, avviene l’inaspettato e l’indicibile. Isolata quasi completamente dall’ambiente esterno, la mente di Jessup muta drasticamente il proprio rapporto con la realtà e compie un viaggio a ritroso nello stesso percorso biologico che, nell’arco di ere incalcolabili, avrebbe prodotto evolutivamente la specie umana. Jessup si trova quindi a mutare anche sul piano corporeo e a regredire ad uno stadio evolutivo umano precedente l’attuale, trasformandosi effettivamente in un ominide preistorico. La metamorfosi è temporanea, ma non vi sono limiti alle possibilità concrete della regressione ormai attivata, la quale, verso la fine, si sposta dal piano organico-biologico a quello puramente molecolare; e Jessup si ritrova a dover affrontare la spirale inversa dell’evoluzione materica dello stesso universo, vedendo ridotto il proprio stesso corpo ad un ammasso grottesco, quasi amorfo, e pulsante delle brute energie primordiali; rischiando da ultimo di precipitare nel nulla assoluto che avrebbe preceduto il Big Bang. Riesce infine a scampare all’annientamento, e a tornare completamente umano, solo grazie al fortissimo legame affettivo che lo unisce alla moglie.
Un Ken Russell allucinogeno, in bilico tra scienza e fantascienza. Un viaggio all’origine del mondo e della follia. Spettacolo morboso, drogato, che si prende gioco, tramite i protagonisti, della morale convenzionale infatti, essendo geniali, costoro aborrono le sovrastrutture sociali, il matrimonio, le cerimonie, per vivere una vita che soddisfi essenzialmente i bisogni primari, la completezza dell’essere.
Tutto inizia alla fine degli anni Cinquanta, quando un neuro-psichiatra americano, tale John Lilly, convertì una vasca per lo studio dei sommozzatori in una sorta di incubatrice della mente umana. Trasformò la vasca in uno strumento in grado di ridurre al minimo gli stimoli esterni. Originariamente la vasca permetteva allo sperimentatore di restare in una posizione verticale, ma successivamente gli studi proseguirono su una ad assetto orizzontale. La vasca era piena di acqua satura di sale di magnesio dell’acido solforico, mantenuta costantemente a temperatura corporea in modo da eliminare la sensazione tattile. Il corpo dello sperimentatore si trovava così a galleggiare in assenza di gravità in un liquido isotermico. L’assenza degli altri stimoli veniva garantita isolando la vasca da luce e rumori esterni. Stiamo parlando della così detta vasca di deprivazione sensoriale, all’interno della quale il medico conduceva i suoi soggetti che, trovandosi in uno stato di totale isolamento fisico ed emotivo, entravano in una profonda fase di rilassamento. In qualche caso dottore e paziente venivano a coincidere, perché Lilly diresse su di sé i propri esperimenti, prima affondando nella cisterna e partorendo allucinazioni, quindi assumendo regolarmente ketamina e sostanze analoghe (pare che abbia utilizzato tale farmaco per ventun giorni consecutivi, somministrandoselo in dosi di 50 mg ogni ora).
Gli studi dell’eccentrico dottore stimolarono l’immaginazione di uno scrittore, Paddy Chayefsky, che nel 1978 pubblicò, appunto, Stati di allucinazione, suo primo e ultimo romanzo.
Un paio di anni dopo, la Columbia si interessò del progetto, chiamando lo stesso Chayefsky a sceneggiare il futuro film, e Arthur Penn a dirigere. I due litigarono presto, e Penn abbandonò l’impresa, esattamente come la casa produttrice che si tirò indietro, cedendo il tutto alla Warner. La scelta del regista cadde su Ken Russell.

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