Raoul Vaneigem. Note preliminari al progetto di costruzione di Oarystis, la città dei desideri

180px-VaneigemLa concezione della città trae la sua ispirazione dal mondo dell’infanzia e della femminilità in procinto di emanciparsi dalle sue oppressioni secolari. Accorda dunque la preminenza al piacere di giocare, alla passione di creare e a quella felicità di essere a sé che, sola, permette di essere per gli altri e di contribuire al loro benessere. Il progetto è qui presentato nel suo stato più sommario, aperto al concorso di chiunque desidera svilupparlo, illustralo, concretizzarlo.
Non si viaggia se non attraverso e nel suo corpo. La città è dunque concepita come un’unità corporea, in cui tutti gli elementi agiscono in armonia. Non c’è ordine gerarchico nella distribuzione degli organi che compongono il corpo individuale, sociale e urbanistico ma ognuno degli elementi si trova consolidato allo stesso tempo dalla sua peculiare autonomia e dalla solidarietà che esso intrattiene con l’insieme.
La città risponde al desiderio di deriva. Elabora dei luoghi adatti alla costruzione di situazioni, che privilegiano il libero esercizio dei diritti dell’essere umano, i giochi di apprendimento, la psicogeografia, in cui si disegna al capriccio delle passioni la carta mutevole del Tenero. Essa ha la forma di un labirinto, costruito su tre livelli, suscettibile di ritrovarsi modificato in modo aleatorio per un meccanismo che apre e chiude le vie, trasformando in una difficoltà un cammino liberamente tracciato, e viceversa. L’erranza e l’avventura, così sollecitate, rispondono al desiderio di facilitare per ognuno la scoperta e l’affinamento dei suoi desideri. Si approda su delle piazze pubbliche, secondo il modello di Venezia, che ricordano che a perdersi ci si ritrova ovunque. Il labirinto comprende dei diverticoli particolarmente influenzati alle variazioni di umore. Si prevederà così un circuito della malinconia, per entrare ed uscire dagli stati di afflizione.
Nulla è statico. Le case possono cambiare di forma; a secondo delle stagioni, ad esempio, e della volontà di coloro che vi abitano. Alcune hanno la possibilità di spostarsi sull’acqua, lungo i binari, per mezzo di una vite ascensionale, ecc.
Nessuna tecnologia danneggia la salute. Tutto è mosso dalla congiunzione di energie naturali (elettricità solare. Forza motrice idraulica, eoliche, metano, ecc). Dei laboratori di creazione sono a disposizione dei ricercatori, degli inventori, di coloro che sperimentano dei prototipi o semplicemente dei curiosi.
Oarystis è una città-oasi. Dei biotopi, ovunque diffusi, permettono di attirare una fauna e di sviluppare una flora presentando la più grande diversità. Si può così mantenere nel loro sito appropriato degli animali ritenuti pericolosi, di modo che soltanto chi li incontra si assume il rischio di avventurarsi sul loro territorio. Dei biotopi di maggiore portata sono destinati alle colture di legumi, fiori, cereali, così come all’allevamento di animali domestici, che forniscono uova e latte, e al mantenimento degli animali da compagnia.
Tutto obbedisce alla libertà del movimento. Gli spostamenti degli esseri e delle cose si effettuano attraverso  dei percorsi d’acqua, di terra e d’aria. Vi sono delle strade a cielo aperto e delle strade sotterranee riscaldate, le cui vetrate formano il lastricato delle strade superiori. Dei canali poco profondi propongono delle vie di circolazione, dotate di ascensori idraulici che danno accesso alle strade aeree, in cui le vetture a propulsione non inquinante circolano, lasciando la maggior parte delle strade ai pedoni. Degli ascensori permettono di passare da un livello all’altro e di accedere a dei ponti di corda posti tra un albero e l’altro. Si tratta di privilegiare una circolazione in tutti i sensi che rompe un po’ alla volta con la gerarchizzazione dello spazio e del tempo, con le sue divisioni dall’alto in basso, da sinistra e da destra, dal passato e dal futuro. Forse la spirale è la forma che meglio corrisponde allo spazio-tempo del vivente?
L’intreccio delle attività. Inoltre delle piazze pubbliche, delle strade-case, composte da corridoi e da stanze particolari sono proposte alle assemblee dei cittadini. Questo non esclude la possibilità di incontrarvisi, di dormirvi, di rifocillarsi. Il forum circondato da colonnate, è il luogo delle grandi assemblee in cui le decisioni sono dibattute collettivamente.
La distribuzione. Le strade presentano una grande varietà di chioschi, di negozi, depositi dove gli agricoltori, i giardinieri, gli artigiani, gli artisti, gli inventori, i meccanici, i cuochi, i poeti e gli scrittori si compiacciono ad offrire i prodotti nati dalla loro inventività e dalla loro passione.
L’approvvigionamento. Esistono un po’ ovunque dei centri di scambio, di riconversione dei beni usati, di distribuzione dei prodotti di prima necessità. Là è ogni giorno comunicata a tutti la bilancia indicante l’offerta e la domanda dei beni di sussistenza, di modo che siano chiaramente definite le esigenze dei settori di produzione prioritaria. Ognuno è dunque in grado di poter provvedere secondo le proprie capacità al rifornimento dei prodotti e dei servizi necessari al benessere della vita. Le colture ed i giardini collettivi sono gestiti come dei centri di produzione e di consumo dell’utile e del gradevole.
Il tirocinio permanente. Le strade sono costellate da fari del sapere: vi si diffondono le informazioni sugli argomenti più diversi. Non distanti si tengono coloro che, animati dalla passione di insegnare e adatti a condividere le loro conoscenze a piccoli e grandi, trattano le informazioni raccolte, le correggono, le discutono, le strutturano e conferiscono loro le qualità richieste dal tirocinio alla vita. Qui, il bambino non è il re ma è al centro dell’attenzione, del pensiero, del tirocinio dei destini. L’idea di creare il suo proprio destino è infatti quella che dà senso alle istituzioni di mutua educazione, in cui bambini e genitori confrontano le loro esperienze.
La cultura. I musei hanno lasciato posto a delle strade lussuose in cui le opere d’arte del passato fanno parte della meraviglia quotidiana dei cittadini. Nei circhi della memoria, le visioni della storia antica e recente sono presentate, recitate, discusse. Dei giochi ad indizio sollecitano la curiosità e permettono ad ognuno di verificare lo stato delle sue conoscenze nei campi più diversi.
La creazione. La città agisce, per la gradevolezza da lei presentata, come un’incitazione a creare. Esiste una profusione di automatizzazioni, di  carillon giocattoli e giochi concepiti per il piacere di tutti. Tutti hanno il diritto di aggiungere le proprie opere.
Fine della chiusura urbana. Grandi spazi occupati da campi, giardini, parchi, boschi, fattorie aboliscono l’arcaica separazione tra città e campagna.
La gratuità dei trasporti. I mezzi di trasporti sono a libera disposizione di tutti: vetture elettriche, scale mobili, ascensori, trenini.
La cura del corpo. Delle case di cura insegnano a prevenire le malattie e garantiscono le cure necessarie a coloro che non riescono a conservarsi in salute.
Le case di appuntamento. Gli OARISTYS sono le case dell’amore tenero. I ragazzi e le ragazze vi si incontrano, tentano le loro prime avventure amorose, si iniziano ai perfezionamenti dell’esperienza sessuale, vi scoprono liberamente le affinità che li orienteranno, se lo desiderano, verso una relazione durevole e la scelta di far nascere un bambino.
La sperimentazione. È presente ovunque nella sua più grande varietà. È sottoposta alla sola condizione di rispondere o di accordarsi al progetto di miglioramento costante della vita e dell’ambiente (ciò esclude il ricorso al criterio del rendimento, del profitto, della competizione, del potere e ad ogni pratica implicante l’uso della sofferenza, del deperimento, della morte.
La città dei morti. Ai confini di Oarystis, una foresta è consacrata ai morti. Su ogni defunto viene piantato un albero, secondo i propri desideri. Dei microfoni, posti tra le fronde, rendono udibili i mormorii della foresta. Bisogna notare che i giardini ed i boschetti di cui la città è disseminata sono eretti qua e là di orecchie dove si percepiscono, amplificati, i suoni della natura circostante.
Scrivere e disegnare. I muri ciechi sono le pagine bianche in cui ognuno ha il diritto di disegnare, scrivere, incidere. Ai vecchi pannelli pubblicitari si sono sostituiti delle poesie, delle notazioni individuali, delle calligrafie, delle evocazioni oniriche. Perché tutto risponda al piacere di abitare, di decorare, di fiorire, di fare della città un’opera d’arte in cui i colori ed i suoni siano l’emanazione dei paesaggi interiori che abitano la sensibilità dell’essere umano.
Il principio di gratuità. Aspettando che l’autarchia sia effettiva, una banca gestita collettivamente, possedente la propria moneta, faciliterà le transazioni con i territori ancora sotto controllo dell’economia di mercato. Chi si troverà costretto a passare attraverso le filiere del pagamento obbedirà al principio che tutto il denaro raccolto sarà reinvestito nella produzione dei beni di utilità e divertimento. Raoul Vaneigem

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