Luisa Michel e il Nautilus

Il 21 gennaio 1954 fu varato il primo sottomarino interamente azionato da energia atomica. Era stato costruito nel cantiere della General Dynamics Corp. a Groton, Connecticut, ed era stato solennemente battezzato dalla moglie del Presidente degli Stati Uniti col nome di Nautilus. Fu ammesso al servizio della Marina il 30 settembre e dopo numerosi collaudi ed esperimenti fu ispezionato verso la fine di marzo 1955 da dodici membri dalla Commissione unica del Congresso per l’Energia Atomica, i quali ne rimasero entusiasti, e lo descrissero poi come realizzazione generosa di un sogno· letterario del secolo passato: il Nautilus immaginato nel romanzo di Giulio Verne: “Ventimila leghe sotto i mari”, un sottomarino fantastico e terribile che a fianco di una potenza distruttiva indescrivibile realizzava le più audaci visioni della scienza. Del romanzo di Giulio Verne è stato questione in questi ultimi tempi anche per altre vie. Se n’è parlato molto, in Francia specialmente, per la ricorrenza del cinquantesimo anniversario della morte del Verne avvenuta appunto il 24 marzo 1905 – e per la presentazione sugli schermi cinematografici di tutto il mondo di una nuova versione delle avventure del Nautilus, eseguita sotto la direzione di. Walt Disney con poca fedeltà letteraria, è vero, ma con una competenza tecnica che ha guadagnato ai fotografi delle profondità sottomarine il premio dell’Accademia Cinematografica (“Oscar”) per l’anno 1954. Se non che, nel gennaio ricorse un altro anniversario, il cinquantesimo della morte di Luisa Michel, avvenuta a Marsiglia il 10 gennaio 1905. E Luisa Michel, scrittrice di valore, eroina della Comune, propagandista indefessa dell’anarchismo è la vera ideatrice del Nautilus, il sottomarino immaginario del romanzo di Giulio Verne, realizzato ora per mezzo dell’energia atomica dai preparatori della terza guerra mondiale. Lo ricorda – agli ignari ed a quanti fingono di ignorare – il compagno G. de Lacaze-Duthiers, un dotto compagno francese, in un articolo documentato che vede la luce nel numero di maggio del mensile parigino: Le Monde Libertaire, dove dice tra l’altro: “Degli uomini dotti, e degli eccelsi, concordano nel riconoscere a Giulio Verne il merito di aver preveduto il sottomarino atomico nel libro ”Ventimila leghe sotto i mari”, pubblicato dalla casa editrice Hetzel nel 1870. Bisogna ristabilire la verità. Luisa Michel si era applicata a quell’epoca alla soluzione di certi problemi scientifici, risolvendo i quali, secondo lei, si sarebbe potuto avvantaggiare tutta l’umanità. Certo: la “Bonne Louise” era lontano dal prevedere l’impiego che di una simile scoperta avrebbero fatto gli stregoni in erba. Avrebbe senza dubbio preferito tenere nel cassetto il suo manoscritto, o distruggerlo addirittura, invece di farlo pubblicare. “Luisa aveva previsto anche l’aeroplano, destinato a subire la medesima sorte, d’essere impiegato alla distruzione degli esseri e delle cose mentre avrebbe potuto servire a fini di pace … “Ma torniamo alla navigazione sottomarina, che in un’opera teatrale, il “Nuovo Mondo”, aveva intravista come di prossima realizzazione, al pari della navigazione aerea. Quella era un’idea che le stava molto a cuore, tanto che l’aveva spinta a scrivere un’opera che un altro avrebbe sottoscritto, in vece sua”. Ne da testimonianza Emile Girault, il quale scrive testualmente nel suo studio: “La Bonne Louise, Psychologie de Louise Michel”, pubblicato nel 1885: “Cosa molto singolare è che, pur non essendo una scienziata, Luisa aveva intuizioni meravigliose. Cosi molti per non dire tutti, saranno sorpresi d’apprendere, per esempio, che il famoso libro “Ventimila leghe sotto i mari”, pubblicato da Giulio Verne, è suo; non già beninteso, il romanzo quale è stato pubblicato, ma l’idea fondamentale: il sottomarino, l’universalmente noto sottomarino Nautilus, cbe ella aveva concepito. Il suo manoscritto era di circa duecento pagine e un giorno che aveva più del solito bisogno di denaro, vendette il manoscritto al celebre volgarizzatore per cento franchi”. Fernand Planche, il più recente biografo di Luisa Michel, riferendo sulla sua attività di scrittrice, scrive in proposito: “Sempre nel gènere sociale-scientifico, Luisa Michel scrisse ”Ventimila leghe sotto i mari”. Un giorno che aveva molto bisogno di denaro, vendette il suo manoscritto, senza terminarlo, per cento franchi, a Jules Verne (E. Girault). “Quando la gente dice: “Straordinario quel Giulio Verne, ha previsto il sottomarino, si sbaglia. Il “Nautilus” è di Luisa Michel. Giulio Verne si è limitato a finirlo aggiungendovi qualche capitolo. Quel libro ebbe il massimo successo e gli procurò una fortuna. Ma fu Luisa Michel a concepirne l’idea fondamentale”. E l’idea fondamentale è quella del sottomarino “Nautilus”, per l’appunto, concepito dal cuore e dalla mente di Luisa Michel come arma di liberazione e di emancipazione umana. Era una rivoluzionaria, scrive nel suo articolo G.de Lacaze-Duthiers, confidava nell’avvenire di un giorno in cui gli esseri umani avrebbero raggiunta la piena coscienza della propria forza e della propria dignità, e in cui le scoperte della scienza sarebbero impiegate per il bene e per la felicità di tutti: “Aveva in tutti i campi idee originali, e misconosce !’opera sua chi non tenga nel dovuto conto questo lato del suo temperamento”. È certamente ironico che il “Nautilus,” sognato da Luisa Michel abbia finito per realizzarsi nel Nautilus del generale Eisenhower e dell’industriale Charles E. Wilson. Ma ciò vuol dire soltanto che l’aspirazione di emancipazione sociale che aveva inspirato a Luisa quel suo generoso sogno rimane da realizzare. La scienza – come il capitale – serve chi le impone la propria autorità. Come il capitale, servirà il genere umano tutto quanto solo quando questo, liberando se stesso l’avrà liberata dalle imposizioni dei prepotenti. (Tratto da L’Adunata dei Refrattari N.23, del 4 giugno 1955)

 

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