La Cannabis nella medicina ayurvedica II

ayurvedaEcco due ricette della tradizione popolare ayurvedica:

Tondai: si lavano bene, in acqua fredda, circa tre tola di cannabis, si riducono in polvere, si mescolano con uguali parti di pepe nero, petali di rose secche, semi di papavero, mandorle, cardamomo, semi di cetriolo e di melone, e vi si aggiungono zucchero, mezza pinta di latte e altrettanta acqua. Questo basta a provocare effetto stupefacente in una persona già assuefatta (un quarto o metà di tale dose sono sufficienti per chi non vi sia abituato). L’ebbrezza prodotta dalla bevanda induce a cantare e a ballare, a parlare continuamente, a mangiare con grande  gusto e a ricercare i piaceri del sesso. L’effetto inebriante dura circa sette ore ed è seguito dal sonno. Non si hanno nausea né disturbi allo stomaco o all’intestino. Il giorno seguente si riscontreranno leggere vertigini e iperemia oftalmica, ma non altri sintomi degni di nota.
anche il Majoon viene utilizzato. Il sapore è dolce, il profumo assai gradevole. Ha effetto molto affascinante, poiché provoca felicità estatica, esaltazione, impressione di volare, appetito vorace e intenso desiderio sessuale. Questi due rimedi sono utilizzati per curare casi di impotenza e mancanza di vitalità in persone sessualmente deboli: ciò fa supporre la presenza, nella cannabis, di ormoni sessuali capaci di risolvere quei disturbi.
L’effetto stimolante e tonico della cannabis viene usato per alleviare la fatica e aumentare la resistenza fisica in condizioni di affaticamento e superattività. La cannabis è particolarmente efficace nella cura dell’emicrania in tutte le sue forme: nella dose di 0,180 g di estratto resinoso preso due volte al giorno si rivela un vero rimedio elettivo. Nella stessa dose è un ottimo rimedio calmante per coliche addominali. Il succo di foglie di cannabis si può usare come antiforfora e antisettico del cuoio capelluto. Cataplasmi di foglie fresche si usano come rimedio esterno in caso di nevralgie localizzate, emorroidi e infiammazione dei genitali. L’olio estratto dai semi è un efficace antireumatico, massaggiato sulle parti doloranti e infiammate.
La scienza dell’Ayurveda considera la cannabis un medicamento molto potente, capace di ridare vitalità e vigore in quelle persone in cui queste qualità sono assenti. Al contrario, in persone sane, tende a portarle all’eccesso. Inoltre, le proprietà antispasmodiche e sedative aiutano le persone che sono in uno stato di eccitazione nervosa, mentre deprimono ulteriormente coloro che si trovano in condizioni di depressione nervosa. Essendo infine l’Ayurveda la scienza della ricerca dell’equilibrio nella cura delle malattie (e nella vita, più in generale), essa ci insegna che la cannabis va utilizzata con consapevolezza e con moderazione, perché “solo coloro che agiscono dopo una debita indagine sono considerati saggi”. (M.P. Cannabis N°3)

Ti potrebbe anche interessare: 

camilla

 

Questa voce è stata pubblicata in Stati di coscienza modificati e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.