LA DREAMACHINE

Gyson, Burroughs e la Dreamachine

La Dreamachine venne ideata da Brion Gysin, artista, viaggiatore, scrittore ed alchimista. Uno dei pittori inglesi non celebrati del ventesimo secolo. Espulso da Breton dall’ambiente dei Surrealisti influenzò inizialmente William Burroughs avviandolo all’utilizzo dell’illustrazione nella scrittura. Il suo vasto bagaglio culturale l’indusse a conoscere anche il mondo dei Rolling Stones ed in particolare di Brian Jones il quale lo introdusse al Master Musicians di Joujouka.
Gysin inventò la Dreamachine osservando gli effetti provocati dal percorrere veloce di una strada alberata, il tremolio della luce del sole lo faceva entrare in uno stato di coscienza alterato. Tale effetto è ben noto a tutti coloro che hanno guidato lungo strade alberate, ciò ha indotto gli ingegneri che si occupano del traffico stradale a riconsiderare l’utilizzo di alberi uniformemente spaziati, per fiancheggiare lunghi tratti di strada dritta. Gli effetti del tremolio sono potenti. Lo stesso procedimento era conosciuto anche presso i membri delle tribù nordafricane, i quali entravano in trance attraverso il movimento rapido delle mani e delle dita sugli occhi chiusi, mantenendo la testa rivolta verso il sole. Attualmente con le brain-machines ad alta tecnologia così in voga, l’idea iniziale elaborata da Gysin e dal suo collaboratore Sommerville, ci fa ricordare volentieri che mentre la tecnologia avanza velocemente, la base concettuale per la ricerca interiore è tanto antica quanto lo sono il sole e gli alberi. La sua bellezza giace nella sua semplicità e nel fatto che la sua costruzione rispetta principi ecologici, in quanto richiede soltanto un foglio di carta e il riciclaggio di un qualsiasi giradischi.
Molti di coloro che utilizzano la Dreamachine la definiscono un viaggio senza necessità di medicinali, insistendo sul fatto che si tratta di un viaggio interiore negli stati del sonno inconscio. Gli obiettivi della Dreamachine costituiscono realmente un passaporto per accedere a queste zone, ed una volta raggiunte non ci sono dogane da superare, blocchi della polizia. Si tratta più semplicemente di un viaggio di esplorazione senza restrizioni.
“Oggi in autobus diretto a Marseilles ebbi una straordinaria tempesta di visioni colori. Percorrevamo una strada lunga ed alberata ed io chiusi gli occhi contro la luce del sole. È proprio allora che un ondata travolgente di colori di una brillantezza intensa esplose dietro le mie palpebre: un caleidoscopio multidimensionale roteava rapidamente attraverso lo spazio. Fui trascinato fuori dal tempo, mi trovai in un mondo di numero infinito. Tale visione si interruppe improvvisamente nel momento in cui lasciammo la strada alberata. Si trattava di una visione? Cosa mi era accaduto?”
(Tratto dal diario di Brion Gysin, 21/12/1958)

 

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