Debord: ma quanto beveva?

enveloppeChe l’alcol abbia avuto una qualche importanza per i situazionisti è fuori di dubbio; la loro predilezione per questa sostanza psicoattiva – e non altre – è fuori discussione. Delle foto giovanili di Debord e compagnia una buona parte lo ritraggono con il bicchiere in mano; le derive psicogeografiche erano abbondantemente veicolate dagli alcolici e contemplavano frequenti e ripetute visite di caffè e bistrò; Debord ha bevuto abbondantemente per tutta la vita.
Ben pochi, però, per non dire nessuno, ha mai analizzato le idee situazioniste guardandole attraverso il fondo di un bicchiere. Anche Debord lo notava lamentandosi per un unico caso in cui veniva tacciato di essere un ubriacone da un gruppo di “giovani drogati”: «D’altra parte sono un po’ sorpreso, io che ho dovuto leggere così spesso, al mio riguardo, le più stravaganti calunnie o critiche molto ingiuste, di costatare che circa trent’anni, e più, sono passati senza che mai un malcontento abbia denunciato la mia ubriachezza come un argomento, almeno implicito, contro le mie idee scandalose; con un’unica eccezione, peraltro tardiva, di uno scritto di alcuni giovani drogati in Inghilterra, che intorno al 1980 diceva che oramai ero abbruttito dall’alcol, e che pertanto avevo smesso di nuocere.»
Una sorpresa , quella di Debord, probabilmente dovuta alla lontananza e l’incomprensione dei ”giovani drogati” per qualità della sua ubriachezza: «Dapprima ho amato, come tutti, l’effetto di leggera ebbrezza, poi ben presto ho amato quel che è aldilà dell’ebbrezza violenta, quando si è superato questo stadio: una pace magnifica e terribile, il vero sapore del passaggio del tempo.» e della sua valenza creativa: «Si capisce che (il bere) mi ha lasciato ben poco tempo per scrivere, ed è proprio quel che conviene: la scrittura deve restare rara, prima di trovare l’eccellenza bisogna aver bevuto a lungo.» Quanto a lungo, per andare “al di la dell’ebrezza violenta… per gustare il vero sapore del passaggio del tempo”? Può darci qualche indicazione un annotazione dello stesso Guy Debord, sul retro di una busta, in cui ha scrupolosamente annotato tutto quanto ha bevuto il 9 maggio 1962 tra le 14 h e le 6 h dell’indomani mattina. Miscuglio permanente di vino (rosé), di birra e di alcol (Calvados, Cognac) per una somma finale di tre litri di vino, due litri di birra e sei bicchieri di alcol (cioè mezzo litro). Ossia 5,5 litri di alcol in sedici ore. Ossia come media costante, circa 33 cl di alcol per ora.

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