Ecatombe

Venerdì 27 maggio, il tribunale di Cherburg, cittadina francese della Bassa Normandia, ha condannato a 40 ore di lavoro socialmente utile e a 100 euro di multa un ventottenne che la notte del 24 luglio 2009, cantava, mentre era alla finestra di casa, Hecatombe, una canzone di Georges Brassens. Tre poliziotti che passavano nella via non hanno apprezzato le parole considerandole oltraggiose nei confronti delle forze dell’ordine ed hanno segnalato al Tribunale l’oltraggio subito ricavandone una denuncia per vilipendio. La canzone, del 1953, racconta di una bagarre avvenuta al mercato di Brive-la Gaillarde tra un gruppo di donne e di poliziotti. Nella colluttazione al maresciallo le donne urlano “morte aux vaches (lo slogan adottato dagli anarchici francesi sin dal 1890 contro i gendarmi) morte alle leggi, viva l’anarchia!”. Questo mentre a Parigi si svolgeva una mostra su “Brassens o della libertà” e tutti i ragazzini francesi la trovano sui libri scolastici e al conservatorio se ne studiano musica e parole.

“Questa è una canzone che si può cantare davanti ad uno specchio, cantata di fronte ai poliziotti diventa un oltraggio”. La cosa non poteva finire così. Una trentina di persone qualche giorno successivo si è radunata davanti al commissariato di Toulose per protestare contro questa condanna al canto di Hecatombe. Anche i poliziotti di Toulouse non hanno apprezzato Brassens e il coro è stato circondato e condotto in commissariato. 29 coristi sono stati convocati dal giudice: il reato è sempre quello di vilipendio.

Ecatombe 

Video georges Brassens Hécatombe 

Al mercato ieri mattina
per un mazzo di qualche ortaggio
di massaie una dozzina
si esibiva in un bel pestaggio.

A piedi, a cavallo, in vettura
intervenne l’autorità
a provarsi nell’avventura
di fermare le ostilità!

Senza dubbio sapete tutti
di una ben radicata usanza
se per dar contro ai poliziotti
tutti quanti fanno alleanza.

Sui gendarmi furiosamente
si gettarono le matrone
dando vita in quel frangente
ad un numero d’eccezione!

Nei confronti dei piedipiatti
sono pervaso da tanto amore
che nel vederli sopraffatti
io tifavo per le signore.

E dal lato del mio abbaino
le mie grida univo al clamore
incoraggiando il plotoncino
come fosse la squadra del cuore!

Attaccandosi una comare
a un maresciallo di polizia
“Morte alla legge!” lo fa gridare
ed inneggiare all’anarchia.

Una delle più forsennate
stringe il cranio di un questurino
tra le chiappe sue smisurate
come macine d’un mulino!

La più grassa del gruppetto
con due tette che fanno per sei,
sbottonato il reggipetto,
mena sberle alla Cassius Clai.

Il fioccare di tali bombe
è il sigillo della vittoria,
è la fine di un ecatombe
da citare nei libri di scuola!

Non contente del consuntivo
e di quella bella razione
come oltraggio definitivo
prima di lasciar la tenzone.

Le comari a quel nemico,
perdonatemi l’indecenza,
certe cose volevan tagliare,
per fortuna ne eran già senza!

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