La critica letteraria ha tramandato un’immagine di P.K. Dick corrispondente a quella di un esperto di droghe, che spesso componeva le sue opere sotto i loro effetti. Questa rappresentazione, piuttosto diffusa ai suoi tempi e che sopravvive ancora oggi, è stata divulgata da amici, giornalisti e curatori per differenti motivi, sia positivi che negativi. Lo stesso Dick avrebbe tollerato e anche incoraggiato tale rappresentazione. Di contro, da un certo punto in poi della sua vita l’autore avrebbe espresso sulle droghe un giudizio negativo, perlomeno sugli allucinogeni.
Se questa immagine di Dick è vera relativamente ai farmaci e alle amfetamine di cui ha spesso fatto uso, per quanto riguarda gli allucinogeni sembra che le sue esperienze non siano state frequenti, e tra quelle più significative ricordiamo quelle con l’LSD. Tuttavia gli effetti delle droghe erano funzionali ai temi delle sue opere, in particolare al concetto di realtà e tempo e al fenomeno religioso in senso generale.
Ma la predilezione di Dick era per i farmaci. Impiegava stimolanti, calmanti e sonniferi e altri prodotti per una serie di disturbi, come tachicardia e agorafobia. Aveva una vera e propria attrazione per essi e ne apprezzava la precisione e relativa costanza degli effetti, oltre alle numerose possibilità di combinazione. Quando li assumeva, a volte percepiva le persone e le cose dall’interno, in particolare le persone gli sembravano formate da una serie di componenti metallici e plastici.
In diversi materiali biografici si riporta che Dick si interessava di allucinogeni e “polveri”. Le sue sperimentazioni con gli allucinogeni sarebbero state volte a “sviluppare un concetto più profondo dell’invisibile universo di mancanza di cambiamento al di sotto della superficie transitoria della realtà di ogni giorno”.
Tra le droghe usate o comunque conosciute da Dick citiamo gli stimolanti come le amfetamine, gli allucinogeni classici come l’LSD, la mescalina e i funghi, il DOM (derivato dell’amfetamina), i dissocianti come la fenciclidina (PCP) e il protossido di azoto (gas esilarante), una sostanza denominata “Mello Jell-O” e la cannabis (Cannabis spp.). Citiamo infine le cosiddette “vitamine “orto molecolari”, non propriamente delle droghe ma sostanze su cui l’autore ha speculato.
“Ho preso droghe (non importa quali), e ho sperimentato ciò che a essi piace chiamare un’ ‘espansione della coscienza’. E ora non sono adatto al mondo reale (sai, il koinos kosmos). Non sono mai ritornato. Ho visto Dio e l’Antagonista (relazionato, come Bergman sapeva, alla Morte), persino il gancio di Dio.
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