Che ci fa un ragazzino con una pistola?

SPUTI, BOTTE, QUATTORDICI PUGNALATE ED UN COLPO DI PISTOLA: COSÌ MORIVA ANTEO ZAMBONI, IL RAGAZZINO QUINDICENNE CHE PROVÒ AD UCCIDERE MUSSOLINI
Che ci fa un ragazzino con una pistola? La guarda, la osserva, se la passa tra le mani. È pesante una pistola, più di quello che si possa immaginare, specie per un ragazzino magrolino come Anteo. La apre, carica i proiettili, la osserva di nuovo. Col piombo dentro è ancora più pesante. Fa quasi fatica a maneggiarla. Con il colpo in canna quell’oggetto ora può uccidere o far male. Ma a chi, o a cosa?
Cosa ci fa un ragazzino con una pistola?
“Con quest’arma ammazzo il duce”.
Anteo Zamboni era nato a Bologna in una famiglia di anarchici, di professione tipografi. Pare che il padre, per ragioni economiche, si fosse “convertito” al fascismo dopo la salita al potere di Mussolini. Del resto si sa molto poco della sua vita, eccetto per quanto accadde quel 31 ottobre del 1926.
Mussolini si era recato a Bologna per inaugurare lo stadio Littoriale. Nel pomeriggio stava rientrando verso la stazione a bordo di un’automobile quando dall’angolo spuntò un ragazzino, pistola in mano, il quale esplose un colpo in direzione del duce. Un maresciallo dei carabinieri lì presente colpì all’ultimo istante il braccio del ragazzo. Il proiettile sfiorò Mussolini e si infilò nella portiera dell’auto.
“Pochi centimetri. Per una manciata di centimetri non ho ammazzato il duce”.
Anteo tentò la fuga, ma venne bloccato da un militare, tale Carlo Alberto Pasolini, il padre di Pier Paolo. Non lo tenne in custodia a lungo. Due squadristi si impadronirono ben presto del giovane, al quale riservarono un destino crudele. Sputi e insulti durarono poco. Passarono presto alle botte. Poi le coltellate, quattordici.
“Muoio”.
Seguì un colpo di pistola, secco. Anteo Zamboni morì così.
Al suo attentato seguì una repressione ancora più violenta da parte del regime. Vennero ufficialmente dichiarati decaduti i deputati non fascisti. Venne ripristinata la pena di morte e il confino per i dissidenti. La pistola di Anteo era risultata ancora più pesante del previsto.
“Un attimo prima. Se solo avessi sparato un attimo prima”. (Cronache Ribelli)
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