La Rivolta delle macchine o Il pensiero scatenato

Nel giugno del 1921 nasceva l’idea di un film su pellicola, una Farsa Epica per cinema, e Romain Rolland e Frans Masereel si mettono all’opera: è un “saggio di arte nuova” quello che tentano. Il tema è quello della Rivolta delle Macchine che appassiona entrambi. Vengono realizzate le xilografie, scritta la sceneggiatura, ma il film non verrà mai prodotto… E anche il libro (edito da Les Edition su Sablier nel 1921), per essere diffuso, dovrà aspettare un’edizione del 1947 dopo la morte dello scrittore.
Rolland considerava La Rivolta delle macchine come un’idea burlesca, un Puck, un discorso folle! Ci siamo detti: “Andiamo! Gaudeamus igitur!”. E io mi sono divertito. La sceneggiatura è scritta. Masereel non si lamenterà. Il regista tanto meno. Per quanto riguarda me mi sento sollevato.
Anche per Masereel, autore dell 33 xilografie, è stato così: le idee dell’autore e dell’illustratore si fondono insieme, il racconto letterario e la visione del pittore si completano vicendevolmente.
Riproponiamo in queste pagine la genesi del libro  e la sua traduzione pensando all’attualità che rappresenta questo discorso, a quasi un secolo di distanza: una testimonianza profetica di quello che oggi rappresenta la deriva della comunità umana, lo sterminio della natura, l’occhio artificiale che controlla ogni movimento e sentimento dell’uomo e la barbarie del potere. In questa comunità di umani che si arrocca su una montagna possiamo assistere al laceramento di ogni rapporto sociale dovuto all’incubo che le macchine rappresentano. Ogni forma di civiltà viene meno e gli uomini ritornano a uno stato di abbrutimento dove vige soltanto la legge del più forte, del più prepotente, del più furbo. Ma c’è ancora qualcuno che non perde il lume della ragione, in questo caso una donna che sa rimettere sui giusti binari la vita delle persone dove i più deboli possano ancora trovare uno spazio privilegiato per loro. Forse non tutto è perduto, si può ancora intravedere uno spiraglio di luce, in un ritrovare antichi ritmi, in ribaltamenti o adeguamenti di ruoli secondo nuovi (antichi) principi di solidarietà, nell’amore che nasce un po’ spensierato e ironico. Anche se il rumore delle macchine riprende, ogni volta, sempre più minaccioso e gli uomini perdono il controllo di quello che hanno “creato”.

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