Produzionismo o futuro primitivo: due materialità. Una provocata dall’estinzione dello spirito, l’altra dall’aver abbracciato lo spirito nella sua realtà terrena. L’abbandono volontario del modo di vivere industriale non è una rinuncia, ma una regressione salutare. Abbandonando la condizione e la direzione attuale del mondo, andiamo a cercare una guida presso quelli che hanno continuato a vivere spiritualmente nella natura. Il loro esempio mostra cosa ci serve per percorrere la nostra strada verso ciò che tuttora attende, tutt’attorno a noi.
Il primitivismo trae forza dall’aver capito che, a prescindere da quanto le nostre vite siano state deprivate negli ultimi 10000 anni, gli essere umani paiono aver vissuto in modo sano e autentico per gran parte dei quasi due milioni di anni sul pianeta. Questa corrente antiautoritaria, si sta muovendo nella direzione del naturalismo primitivo e contro una totalità che si sposta esattamente in direzione opposta a questa condizione. La rivista “Terra Selvaggia” ha descritto questo sentimento in modo ammirevole: “E poi, in fondo, cos’è questa globalizzazione di cui si parla ultimamente, forse il processo di espansione dei mercati verso lo sfruttamento dei paesi più poveri, e delle loro risorse, a scapito di quelli ricchi? Forse l’uniformarsi delle culture e la diffusione di un modello dominante? Ma allora, perché non usare il termine civilizzazione, che suona sicuramente meno minaccioso, ma è calzante, senza necessita di neologismi. Non c’è dubbio che i media, e non solo, abbiano il loro buon tornaconto a mischiare di tutto nel vago minestrone anti-globalizzazione; sta a noi dunque fare chiarezza nelle cose, approfondire le critiche e agire di conseguenza”.
In questa lotta, o tutto o niente. Anarchia è solo un nome per quelli che abbracciano la sua promessa di riscatto e pienezza, e cercano di guardare in faccia il fatto che arrivarci sarà un lungo viaggio. Noi umani stavamo là, un tempo, se dobbiamo credere agli antropologi. Ora scopriremo se possiamo ritornarci.
Molto probabilmente, è la nostra ultima possibilità come specie.
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