I funghi sacri e il culto dell’iboga

ibogaParlare di funghi allucinogeni, o per meglio dire di funghi sacri, non è facile, per molti motivi, due in modo significativo. Primo, perché questi funghi sono da considerarsi gli enteogeni universali, in quanto crescono in ogni Continente o a qualsiasi latitudine, e sono entrate a far parte del simbolismo magico e religioso di tutte le culture. Secondo perché ancora oggi rappresentano il vegetale psicotropo più usato sia a scopi rituali che a scopi ricreazionali.

Il gruppo più numeroso appartiene ai funghi psilocibinici e un altro importantissimo gruppo di funghi allucinogeni appartiene alla classe degli alcaloidi isossazolici, rappresentati da funghi del genere Amanita, principalmente dell’Amanita muscaria.

Il culto bwiti ha come nucleo l’assunzione di iboga, ricavata dalla radice giallastra polverizzata della Tabernanthe iboga che ha come principio attivo libogaina

Il culto attuale è un insieme di influenze derivanti da antichi culti della morte degli Antenati e dal processo di evangelizzazione cristiana, particolarmente da quella cattolica. In effetti il bwiti è un sincretismo fortemente segnato dal modello cristiano nella sua topografia simbolica, nella sua organizzazione del tempio e della classe sacerdotale, addirittura nella liturgia, e le radici polverizzate dell’iboga sostituiscono l’ostia cristiana sia praticamente che concettualmente.

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