Disgustati dalla degenerazione della critica e dalla strumentalizzazione del pensiero logico, divenuto Ragione di Stato, molti hanno messo a morte la ragione, anche nel suo reale valore d’uso di intelligenza del reale: ma, come si sa, il sonno di questa ragione genera mostri. L’ideologia della spontaneità è stata per qualche tempo il cardine di questa ulteriore mistificazione rassicurante. Quale spontaneità? Quale l’autenticità, la reale autonomia da tutto ciò che ci ha prodotti? La natura umana è da costruire: nulla di ciò che è dato sfugge alla legge della composizione mista; e la spontaneità di cui tanto si parla è un insieme di risposte obbligate, di condizionamenti appresi, di linguaggi imposti, di logiche date; e di desiderio che si cerca. Ognuno è la sintesi della storia che lo ha preceduto e la sua vita va al di là di ciò che è esistiti del passo che rilancia l’antitesi; in ognuno sono racchiuse tutte le possibilità immaginabili e tutte quelle che non riusciamo a immaginare: ed è iscritta, a saper vedere, tutta la peripezia della vita nelle sue varie forme e nella sua complessità crescente. Non importa in che mondo un uomo realizza la propria vita, purché segua una strada che la sua passione riconosce. Tutto è possibile. Non abbiamo altro da perdere che le nostre catene. (Piero Coppo)
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