La luna
è il sapone
delle canne gracili
della mia voce.
Apro le gambe
alla lingua di bue
delle pelliccia
Un lungo cazzo sputava
nel tempio del mio cuore
il mio piccolo buco è l’altare
la cui tovaglia è il cesso
del sole morto illuminava l’ombra pelosa
d’una bava di sborra amara
la punta della tua lingua dagli occhi di sangue.
Gonfia come un cazzo la mia lingua
nella tua gola d’amore rosa.
La mia vulva è la macelleria
il sangue rosso lavato di sborra
la sborra nuota nel sangue.
Nelle mie calze viola il profumo di mela
il pantheon della bitta maestosa
un cul di cagna aperto
alla santità della via.
L’amore capelluto della mia gamba
un pantheon di sborra
Io dormo
la bocca aperta nell’attesa
di un cazzo che mi strangola
di uno schizzo insipido di uno schizzo appicicoso.
L’estasi che mi incula è il marmo
della mazza macchiata di sangua.
Per abbandonarmi ai cazzi
mi son vestita
da spezzare il cuore.
L’uccello
dei boschi
e la solitudine
della foresta.
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