Lo specifico aspetto distintivo di Dolcino nell’arcipelago dell’eresia della prima riforma, è che non si limita alla predicazione di princìpi nuovi:
li mette in pratica davvero.
Così, a più riprese fonda (prima a Gattinara, poi sulla Parete Calva, infine sul Rubello) una vera e propria comune apostolica, nella quale gli ideali di una societa diversa non erano solo Vagheggiati ma concretamente vissuti. E tutto ciò mentre gli «atleti della fede», i crociati, l’attaccano da ogni parte.
Questa scelta pratica è originalissima, non trova altri riscontri. Possiamo immaginare quale fascino, risonanza ed enorme forza d’attrazione potesse avere per quel tempo una comune eretica che vive, si autosostiene, si difende e combatte riunendo migliaia di uomini e donne.
Essa, con l’embrione di una nuova organizzazione sociale di tipocomunistico, mostrava al mondo la credibilità e la fattibilità della proposta apostolica: non una chimerica aspettativa, ma un’effettiva realizzazione.
Questa specifica ed originale scelta di Dolcino pone la vicenda apostolica su un livello già più elevato rispetto all’infinita serie di esempi del ribellismo contadino: siamo già su un terreno più avanzato, più coscientemente e compiutamente rivoluzionario.
Engels infatti spiega: «Anche nelle cosiddette guerre di religione si trattò soprattutto di interessi positivi, materiali, di classe… L’opposizione antifeudale si manifesta lungo tutto il medioevo o come movimento mistico, o come eresia o come rivolta armata».
Sostanziata dalla concreta realizzazione della comune agricola e militare, nella vicenda dolciniana per la prima volta si sintetizzano questi tre diversi filoni dell’opposizione antifeudale: movimento mistico, eresia e rivolta armata si fondono in una sintesi esplosiva di teoria e prassi. La modernità di Dolcino emerge dunque anche dal punto di vista pratico.
All’interno di quest’aspetto dell’analisi, è opportuno soffermarci sulla scelta tecnica operata militarmente da Dolcino: la guerriglia, l’unica possibilità per fronteggiare eserciti invasori strutturati professionalmemte.
Nell’evolversi dei fatti d’aime di rilievo è la soluzione data al problema forse più grave cui in casi analoghi ci si trova di fronte: il problema della rappresaglia. Quando ventidue apostolici vengono trucidati in Vercelli, Dolcino risponde con una dura controrappresaglia: giustizia cinquanta nemici prigionieri. L’eventuale cedimento alla rappresaglia avrebbe del resto significato la sconfitta sicura. Anche per questo, oltre che per ottenere riscatti, Dolcino mostrerà grande attenzione alla necessita di fare prigionieri
Moderne risultano le altre misure adottate per il prosieguo della guerriglia armata: la sorpresa, la mobilità e lo sganciamento, i devallamenti.
Questa evoluta elaborazione militare distingue Dolcino, per esempio, rispetto a valdesi, albigesi, anabattisti. Per circa tre anni egli in questo modo alimenta la propria fama di imprendibile demonio. Corrado Mornese
Ti potrebbe anche interessare: