”Mi chiamo Kuvar, sono sballato, sono felice, sempre mangerò i funghi“

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L’azione allucinogena dell’Amanita muscaria e delle altre amanite psicoattive è legata al consumo del fungo crudo, sia fresco che essiccato; al riguardo Roger Heim riferisce di una doppia prova d’ingestione d’Amanita muscaria: in seguito alla prima ingestione del fungo crudo, l’autore ebbe allucinazioni in bianco e nero, caratterizzate dal raddoppiamento delle montagne vicine; l’ingestione del fungo cotto invece gli provocò soltanto una leggera intossicazione gastrointestinale, manifestatasi il giorno dopo l’ingestione. La dose riportata dalla maggior parte dei cronisti in Siberia sembra essere di 3 o 4 cappelle, ma alcuni individui particolarmente robusti o allenati sono stati visti consumarne anche 10.
“Gli effetti del veleno divennero evidenti quanto gli uomini consumarono il quarto fungo. I loro occhi presero un’espressione feroce (non uno sguardo acquoso come quello degli ubriachi), con un vero e proprio scintillio, e le loro mani incominciarono a tremare nervosamente. I loro movimenti si fecero bruschi e maldestri, come se avessero perso il controllo degli arti. Entrambi erano ancora coscienti. Dopo pochi minuti li colpì una profonda letargia, ed essi iniziarono a cantare in modo lento e monotono improvvisando canzoni il cui significato era approssimativamente: «mi chiamo Kuvar, sono sballato, sono felice, sempre mangerò i funghi». Le canzoni si fecero via via più vivaci e forti, interrotte a volte da parole urlate in fretta… e la parte superiore del corpo prese a muoversi sempre più violentemente. Questa condizione durò circa dieci minuti. Improvvisamente i due si alzarono dai loro posti e chiesero ad alta voce e nervosamente dei tamburi… Le donne portarono due tamburi e li porsero ai due intossicati. E così iniziò un’incredibile danza con canti, un forsennato tambureggiamento e una furiosa corsa attorno al campo, durante la quale i due uomini disseminavano qua e là ogni cosa a portata di mano, finché non furono completamente esausti. Di colpo crollarono come morti e sprofondarono in un pesante sonno- mentre dormivano dalle loro bocche colava saliva e il loro polso si fece più lento.
E’ questo sonno che procura i più grandi piaceri – gli intossicati hanno i sogni più fantastici. Questi sogni sono molto sensuali e si vede ogni cosa che si desidera vedere.” (Enderli, 1903)

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