Camenisch: pace alle capanne! Guerra ai Palazzi!

marco-liberoÈ difficile capire come mai non ci si ribelli, come mai non si dia un calcione ben assestato a tutta la mafia al potere, se non si tiene presente il livello di manipolazione ormai raggiunto. L’indottrinamento e l’addomesticamento all’ubbidienza hanno inizio con l’educazione nella famiglia. Il neonato viene ridotto ad un essere ammansito, tanto più apprezzato, quanto meno richieda tempo e attenzione o crei scompiglio. Poi, seguono gli anni del sistema della carota e del bastone, e il bambino viene vieppiù plasmato al sistema…
La propria volontà, i desideri, i bisogni vengono inibiti tramite un’educazione autoritaria, imposta dai genitori schiavizzati dalla produzione. La sessualità e il piacere ludico vengono ridotti a psicopatologie da una morale e da concetti di igiene fasulli. Il bambino viene ingabbiato per non importunare i vicini di casa, per il quieto vivere dei genitori o anche soltanto a causa del traffico stradale e dell’inquinamento. A scuola, l’indottrinamento continua su falsi presupposti storici e sapere nozionistico, cosicché sul bambino incombe la pressione continua di rendimento, la stessa cosa che, domani, incontrerà nel lavoro.
In questa corsa ad ostacoli ci si muove stimolati a volte dalla paura dell’autorità, a volte dal timore di fallire. Tramite la famiglia, scuola e istruzione si diventa carne per l’economia e i cannoni. L’individualità sociale, cioè lo sviluppo di una personalità che può amare ed essere amata in virtù di se stessa, viene repressa. L’origine della solidarietà e della collettività è troppo nefasta per la morale dominante basata, quest’ultima, sul concetto di “dividi et impera”.
(…)
I movimenti di protesta pacifici e le manifestazioni si arenano contro il monopolio della violenza dello Stato, si bloccano di fronte alla polizia, si insabbiano nei meandri della burocrazia e del parlamentarismo; le alternative vengono recuperate in moneta sonante dall’industria, per poi essere rivendute da quest’ultima o da qualche politicante, come esempio di pluralità del sistema. Troppo idealismo, troppa buona volontà viene sprecata nella lotta contro i sistemi.
Vivendo su basi legalitarie, ogni essere umano è coinvolto e corresponsabile delle esigenze funzionali, politiche ed economiche del sistema di schiavitù e di oppressione in quanto strumento ed è perciò, a seconda del suo ruolo nella società, vittima o colpevole delle molteplici conseguenze di questa folle macchina. Una persona che capisce il totalitarismo insito nel progetto e nella prassi del capitale, che ne comprende le ripercussioni e quindi ne prevede lo sviluppo catastrofico, realisticamente e onestamente dovrà, prima o poi, arrivare alla conclusione che è necessario lottare. Non basta mettersi a sbraitare e a piangere perché vengono costruite centrali nucleari, perché milioni di persone muoiono di fame, quando lo Stato di diritto si rivela una farsa… Non basta raccontarsi a tavolino le teorie rivoluzionarie e lasciar seppellire dalla polvere intere biblioteche di testi di Marx, Lenin, ecologia, critiche e analisi. Non basta nemmeno sgattaiolare in montagna o in India, il putridume ti raggiunge ovunque… In fin dei conti, le piccole strategie per tranquillizzarti la coscienza servono ai padroni.
Siamo arrivati al punto che si tratta di lottare per la sopravvivenza, l’ultima possibilità rimasta sulla terra, se non altro per il cosiddetto “Homo sapiens”.
Pace alle capanne! Guerra ai Palazzi! – Dichiarazione al tribunale di Coira, gennaio 1981. Tratto da Rassegnazione è complicità, ed. l’Affranchi, 1992.

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