Il primitivismo è semplicemente un’ analisi antropologica, intellettuale ed esperenziale delle origini della civiltà e delle circostanze che hanno portato all’incubo in cui viviamo ora. Il primitivismo riconosce che, per gran parte della storia umana, abbiamo vissuto in comunità a tu per tu, in equilibrio gli uni con gli altri e con l’ambiente circostante, senza gerarchie e istituzioni formali che mediassero e controllassero le nostre vite. I primitivisti vogliono trarre insegnamento dalle dinamiche in gioco nella società di raccoglitori-cacciatori/primitive del passato e contemporanee (quelle esistite e attualmente esistenti al di fuori della civiltà). Alcuni primitivisti auspicano un immediato e totale ritorno alle società costituite da gruppi di raccoglitori-cacciatori, ma gran parte di essi comprende che il riconoscimento di ciò che ha avuto successo in passato non significa incondizionatamente che le stesse modalità funzioneranno in futuro. L’espressione “futuro primitivo”, coniata dall’autore anarco-primitivista John Zerzan, allude alla possibilità di unire una sintesi di tecniche e idee primitiviste ai concetti e alle motivazioni anarchiche contemporanee per creare situazioni decentrate sane, sostenibili ed egalitarie. Se applicato in modo non ideologico, l’anarco-primitivismo può essere un importante strumento nel progetto di decivilizzazione.
Un posto
Abbandonano le città
lunghe file di gente che
canta in coro e sogna già
la collina verde della tranquillità
ci sarà forse un posto anche per me
ci sarà forse un posto anche per me
E la gente dietro di se
lascia il grigio della città
e qualcuno mi parla già
di un sentiero dove il traffico non c’è
ci sarà forse un posto anche per me
E tu ragazza che verrai
per me da dove non lo so
sarai più bella accanto a me
nel campo che coltiverò
Sotto il cielo, vicino a te
più sereno lavorerò
quando il sole tramonterà
fra i capelli tuoi mi riposerò
ci sarà forse un posto anche per noi
ci sarà forse un posto anche per voi
E tu ragazza che verrai
per me da dove non lo so
sarai più bella accanto a me
nel campo che coltiverò
(Balletto di Bronzo)
Il Balletto di Bronzo nasce come gruppo underground, esordì nel 1969 con il 45 giri “Neve calda/Cominciò per gioco” a cui fece seguito LP “Sirio 2222” del 1970 che sintetizza fedelmente lo stile del primo periodo del gruppo. Il sound è sporco, ruvido e riconducibile a tematiche post-beat, ma si muove sulle coordinate del processo di rinnovamento, propriamente definito progressivo, del nuovo rock anni 70. L’impianto sonoro di alcuni brani sembra infatti incanalato verso forme di grezza ma lucida volontà di “sperimentazione”. Pionieri in erba dunque e, con la canzone “un posto” riprendono testi e ritmi melodici tipicamente italiani che si rifanno alla corrente “linea verde”, un genere musicale fine anni sessanta legato al ritorno alla natura e alla terra.