Chi racconta quest’incontro è Elias Petropulos, un antropologogo urbano, come si definiva, che ha studiato e amato profondamente il rebetiko: come modello, concezione di vita, umanità nello stesso momento che ne scopriva la musica e il mondo da cui proveniva.
“Sono entrato presto nel giro dei fumatori di hashish. Ricordo i miei genitori – andavo alle elementari – parlare sottovoce del signor Charàlabos, il fumatore che aveva una drogheria nel quartiere. Il signor Charàlabos aveva un carattere tranquillo e dolcissimo (quella dolcezza e tranquillità tipica dei fumatori di hashish che avrei ritrovato mille altre volte in vita mia). Mi impressionavano soprattutto i suoi occhi, sornioni e riflessivi. Era l’epoca della dittatura di Metaxàs. La polizia dava la caccia all’hashish e al rebetiko. A casa nostra avevamo una discreta collezione di dischi, con canzoni sull’hashish, le chassiklìdika del Pireo e di Smirne. La mia cultura sull’hashish si è completata ascoltando mio padre cantare i murmùrika in modo ineguagliabile; mai più avrei ascoltato un così autentico cantante di canti partigiani e rebètika. Naturalmente mio padre era consapevole di cosa cantassero i rebètika, ma essendo un povero impiegato statale, sbarrava porte e finestre quando ascoltava i dischi. Avevo sei anni quando mio padre mi ha designato fonografico, con il compito di caricare il grammofono, cambiare dischi e aghi. Mentre io mi occupavo del grammofono, mio padre, steso sul divano, si godeva la musica. E così, piano piano, i vecchi canti rebètika sono entrati nel mio cuore.”Elias Petropulos
Vangelis Papazoglu. Il narghilé 13 – O Arjilés (1933-34)
Narghilè mio lodato
dov’è la mia addolorata gioventù
sì, eri pieno di hashish nero
per sciogliere l dolore
Parla anche tu oh pipa mia
pipa derviscia e vagabonda
cosa sarà della miseria mia
dimmi anche tu oh pipa mia
mia cara
Narghilè mio inizia il giro
voglio ricordare il primo tiro
delle nostre pene parlavamo
e il mio ragazzo piangevamo
e ai dadi vogliono tirare
finché non sono ripuliti
e al narghilè voglion ritornare
ohh mio narghilè.