Albert Hofmann & Aldous Huxley

Al congresso di Stoccolma, organizzato nel 1963 dalla World Academy of Arts and sciences (WAAS ), Huxley avanzò la proposta di discutere, in aggiunta e come complemento al tema «Risorse Mondiali», la questione «Risorse Umane», cioè l’esplorazione e lo sfruttamento delle potenzialità nascoste, tuttora inutilizzate, degli esseri umani. Un’umanità spiritualmente più matura, con una più ampia consapevolezza del mistero imperscrutabile dell’esistenza, avrebbe potuto conoscere e rispettare in maggior misura le basi biologiche e materiali della vita sulla terra. Soprattutto per gli occidentali, con la loro razionalità ipertrofica, la crescita e l’espansione di una conoscenza diretta della realtà, non ostruita dal discorso né dai concetti, avrebbe rappresentato un salto evolutivo non indifferente. Huxley riteneva le sostanze psichedeliche validi aiuti per conseguire questo tipo  di educazione. Lo psichiatra Humphry Osmond – inventore del termine psichedelico (lo schiudersi dell’anima) – lo sostenne con una relazione sulle significative potenzialità degli allucinogeni.
Il convegno di Stoccolma fu la mia ultima occasione d’incontro con Aldous Huxley. Il suo aspetto fisico era già segnato da una grave malattia, ma la sua profonda radiosità era rimasta intatta.
Morì il 22 novembre 1963, lo stesso anno e lo stesso giorno in cui fu assassinato il presidente Kennedy. Ricevetti da Laura Huxley una copia della lettera indirizzata a Julian e Juliette Huxley, dove riferiva ai cognati dell’ultimo giorno di suo marito. I medici l’avevano preparata a una fine drammatica, poiché la fase terminale del cancro alle vie respiratorie, di cui soffriva Aldous Huxley, è solitamente accompagnata da convulsioni e attacchi di soffocamento. Malgrado ciò, morì in modo sereno e tranquillo.
La mattina, quando ormai era troppo debole per poter parlare, aveva scritto su un foglio di carta: «LSD – provalo – intramuscolare, 100 mmg». La signora Huxley ne comprese il significato, e trascurando i timori del medico che prestava assistenza, eseguì con le proprie mani l’iniezione desiderata – gli somministrò la medicina moksha. Albert Hofmann

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