Henry Lefebvre – la città da costruire? “lucidamente” utopica

Ogni progetto di riforma urbanistica mette in discussione le strutture, quelle della società esistente, quelle dei rapporti immediati (individuali) e quotidiani, ma anche quelle che si pretende d’imporre, attraverso le costrizioni e le istituzioni, a ciò che resta della realtà urbana. In sé stessa riformista, la strategia di rinnovamento urbano diventa “forzatamente” rivoluzionario, non per forza di cose, ma contro le cose stabilite. La strategia urbana fondata sulla scienza della città, ha necessità di un supporto sociale e di forze politiche per diventare operante.
Ciò significa che conviene elaborare una serie di proposte:
a) un programma politico di riforma urbanistica, riforma non definita dai quadri e dalle possibilità della società attuale, non assoggettata al “realismo” anche se basata sullo studio della realtà (in altre parole: la riforma così concepita non si limita al riformismo).
b) Progetti urbanistici molto avanzati, comprendenti “modelli” di forme spaziali e di tempi urbani senza preoccuparsi del loro carattere più o meno utopico o realizzabile (cioè a dire lucidamente “utopici”). Non sembra che questi modelli possano risultare né da un semplice studio delle città e dei tipi urbani esistenti, né da una semplice combinazione di elementi. Le forme spaziotemporali saranno – salvo esperienza contraria – inventate e proposte dalla prassi. L’immaginazione deve manifestarsi; non l’immaginario che permette la fuga e l’evasione, che trasporta ideologie, ma l’immaginario che si investe nell’appropriazione (del tempo, dello spazio, della vita fisiologica, del desiderio). Perché non opporre alla città eterna città effimere e centralità mobili ai centri stabili? Tutte le audacie sono permesse. Perché limitare queste proposte alla sola morfologia dello spazio e del tempo? Non è escluso che certe proposte riguardino lo stile di vita, il modo di vivere la città, lo sviluppo dell’urbano su questo piano. In queste due serie di proposte alcune saranno a breve, alcune a medio e a lungo termine, queste ultime costituiranno la strategia urbana propriamente detta. Henry Lefebvre -1968

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