Aggiornamento del sito “Archivio della critica radicale”

In seguito alla pubblicazione dei due tomi del Volume 2 de “La critica radicale in Italia – Organizzazione Consiliare / Comontismo 1971-1974”, abbiamo aggiornato il sito https://www.criticaradicale.nautilus-autoproduzioni.org/, che riproduce tutti i documenti presenti nel 1° e 2° Volume, e molto altro.

In attesa di integrarlo con il materiale inerente il Volume 3 (che coprirà il periodo 1974-1981 circa), vi invitiamo a consultarlo, segnalarci eventuali errori o malfunzionamenti (già avvenuti in passato), oppure inviarci materiali che risultino assenti dai nostri elenchi.

Qui di seguito un volantino del 14 aprile 1971, firmato “Gli Hooligani”, distribuito alle entrate della Fiera di Milano il giorno dell’inaugurazione. Alcuni compagni che aiutavano a dare i volantini vennero fermati e denunciati a piede libero per istigazione a delinquere. I fumetti sono di Enzo Bridarolli, che non faceva parte del gruppo.

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CONTRO IL POTERE DELLA MERCE

TUTTO A SACCO

La Fiera costituisce – nel ciclico ritornare del tempo capitalista – il momento in cui la società mercantile, che parla ovunque di sé sotto falso nome (dalla religione allo sport, dalla politica all’arte), parla di sé in prima persona e, conseguentemente alla propria logica, vende la contemplazione di se stessa. La Fiera è dunque il punto di coagulo di tutte le alienazioni che dominano giorno per giorno la vita di ognuno; essa è insieme lo spettacolo della merce (in quanto esposizione di prodotti) e la mercificazione dello spettacolo (poiché paradossalmente si paga per contemplare il prodotto del proprio lavoro).
Aldilà del valore reale degli oggetti esposti e cioè quel valore che essi acquistano soltanto nell’uso, esiste il potere che essi detengono sull’uomo, nel momento in cui, tramite la mediazione del valore di scambio, la società capitalista se ne serve per sé sotto forma di merci. Tempio del valore di scambio (poiché il valore delle merci risiede precisamente nel loro essere oggetti di compravendita, fra un acquirente che è il produttore stesso e un venditore che va assumendo sempre più la forma astratta di “centro di distribuzione economica” che dà a ciascuno secondo i bisogni del capitale), la Fiera è la negazione del valore d’uso e, quindi, dell’uso reale della vita. Mediata dalle merci, la vita vissuta è stata degradata a contemplazione, a spettacolo di tutti per tutti. Ora, mentre l’estensione della abbondanza mercantile non significa altro che l’impoverimento generale di tutti, la rinuncia a vivere la propria vita, essa è insieme la garanzia per la realizzazione di un’effettiva abbondanza nel momento in cui gli uomini si impossessino dei loro prodotti e li usino. L’abbattimento della società spettacolare-mercantile e l’abolizione del lavoro salariato sono il punto obbligato per la realizzazione di una società in cui la creatività di ognuno assicuri la ricchezza sociale, in cui ciascuno sia padrone collettivamente dei prodotti collettivi, e possa riscoprire il senso dell’amore e dell’amicizia. Il rifiuto del valore di scambio è dunque il presupposto per il rifiuto della realtà mercantile che ne costituisce il modello, la motivazione e il fine ultimo. Si tratta di impossessarsi di tutto ciò che la pubblicità offre astrattamente e di riscoprire, con il furto e il dono, l’uso reale che smentisce la razionalità oppressiva della merce. Gli uomini, distruggendo la merce, impongono il potere della propria soggettività su tutti gli oggetti che li circondano.

 

Per approfondire

           

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