James Shreeve, alla fine del suo Neanderthal Enigma, fornisce una bella illustrazione di un essere simbolico alternativo. Meditando su come avrebbe potuto essere una coscienza originaria, non-simbolica, ci presenta possibilità e differenze significative:
… gli dei del moderno abitano la terra, il bufalo, o il filo d’erba. Lo spirito di Neanderthal era l’animale o il filo d’erba, era la cosa e la sua anima percepite come una singola forza vitale, senza alcun bisogno di distinguerli con nomi diversi. Analogamente, l’assenza di espressioni artistiche non preclude la comprensione degli aspetti estetici del mondo. I Neanderthal non dipingevano sulle loro caverne immagini di animali, ma forse non avevano alcun bisogno di distillare la vita in rappresentazioni, perché le sue essenze erano già rivelate ai loro sensi. La vista di una mandria in corsa era sufficiente a ispirare un improvviso senso di bellezza. Non avevano tamburi né flauti di osso, ma erano in grado di ascoltare i ritmi esplosivi del vento, della terra e dei battiti del cuore degli altri, e di esserne coinvolti.
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