Appunti per il discorso di chiusura di Pinot Gallizio al I° Congresso Mondiale degli Artisti liberi

a Jorn — che determinò col suo movimento la scomparsa di Max Bill dall’Università Ulm
agli amici di Ulm l’augurio di ritrovare la giusta e vecchia via della Bauhaus. Saluti cordiali ai lettristi coraggiosi — che colla loro internazionale hanno gettato giustamente lo scompiglio nel mondo della
biacca essi furono il primo e decisivo solvente del dopoguerra.
Agli amici cecoslovacchi che nel travaglio di una nuova umanità sono corsi a noi pieni di entusiasmo.
agli amici dei gruppi Cobra olandesi e belgi-danesi
agli amici dei movimenti nucleari —
agli architetti
Agli amici del Laboratorio — della rivista Eristica
La fabbrica crea attorno a sé la città
Siamo una natura nella natura stiamo accelerando i tempi geologici quasi affrettando una nuova glaciazione che congeli e decanti le nostre idee-forma per un’umanità concreta che dovrebbe ritornare fra milioni di anni
Oppure noi ci difendiamo inconsci sterilizzando altri esseri distruggendo loro gli elementi di vita – noi siamo dei costruttori non dei distruttori — costruttori di cose inutili ed utili mai dannose — mai noiose
siamo l’antinoia — antimonotono
siamo la vita — la natura lo sghiribizzo
preistoria della era atomica (macchina)
l’umanità lotta geologica per sopravvivere
come nella preistoria i clan erano artisti tutti
l’arte usciva dalla polemica quotidiana ed era funzionale-magica
con le iscrizioni rupestri — Monte Bego santuario
noi ci stiamo evolvendo come alimenti
prima la carne poi la vegetazione
dal macro alimento ora ritorniamo al micro-alimento – e cerchiamo negli insetti i nostri schiavi pappa reale fanghiglia delle termiti
la cellulosa creerà l’uomo-cellulosa con attrezzature
Urbanistica — musica urbanistica
città amaca
il nostro congresso è come un’enorme e sconosciuta reazione chimica —
esperienze acidi idee basi
catalizzatori = lettristi
non conosciamo il prodotto finale
come d’altronde è dimostrato
l’esplosione a catena
non sappiamo e non conosciamo perché noi siamo senza superbia
questi enormi fermenti che provocheranno risultati sconosciuti ed apparentemente inutili
se ieri il mondo fu dei cristalli in trasformazione
lenta sta a noi non lasciarlo polimerizzare
oggi il mondo è colloidale
noi della prima gioventù bruciata
non abbiamo imparato niente dalle accademie solo la Bauhaus ci permise di dare un senso alla nostra vita – questa interpretazione sperimentale della nostra azione ci indirizzò a seguire fra le nostre attività antidogmatiche ricerche – quelle utili e quelle inutili nulla scartando se non le noiose
può darsi che si pianga
può darsi che si ride
queste sono le espressioni – umorali dell’uomo
nella gioia e nel dolore noi siamo gli uomini della gioia e del dolore
soltanto la noia non sa né piangereridere
l’uomo annoiato non sa né vivere — né morire.

(8 settembre 1956)

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