La California degli anni ’60 viene giù direttamente da un certo tipo di cose che non sono mai state cancellate: la lezione politica dei Diggers, e poi il nomadismo e l’ottimismo e il nichilismo della beat generation.
Poi dalla lezione di Woody Guthrie vien giù un sound pieno di risonanze e di malinconia ma anche di fiducia: ed è Bob Dylan. E con Dylan si formano i Byrds – facce simili ai Beatles.
Nello stesso periodo sono in gestazione i Jefferson Airplane. Marthy Balin si sbatte a San Francisco per organizzare concerti e mettere insieme della gente intorno a un progetto nuovo.
All’eredità della beat generation si aggiunge una vena rock, i Jefferson stanno planando e i Doors vanno più avanti di tutti.
Nomadismo ottimista-nichilista beat, rabbia proletaria rock, psichedelismo magico pop. Dalla California era partito anche Castaneda, e la cultura delle alterazioni compie i suoi primi passi sul terreno delle droghe.
Uno dei punti più alti è probabilmente nell’agosto del ’67, quando a Monterey il concerto più grande raccoglie decine di migliaia di ribelli (hippie, sacerdoti della fine, nomadi e sperimentatori), le diverse culture si incontrano e si fondono in continuazione, nella cosiddetta cultura giovanile. Le culture della liberazione si sedimentano e danno luogo a stratificazioni dell’immaginario e nel comportamento collettivo.
Il ’67 non è solo Monterey, ma è anche l’anno di Berkeley, e le lotte nelle università americane montano contro la guerra nel Vietnam, contro l’uso imperialista della scienza. E la California è anche allora all’avanguardia.
E poi, nel ’68, la Convenzione di Chicago, con Jerry Rubin e gli hippie, e gli incazzati e i neri a scontrarsi per giorni con la polizia. E gli arresti e il grande processo per la cospirazione.
E proprio mentre tutto questo sta ancora montando, in modo molto simile muoiono Jim Morrison e Janis Joplin.
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