Diabolik ruba dieci milioni di dollari davanti all’Ispettore Ginko, raggirandolo con l’ausilio di alcuni fumogeni. Intanto il ministro degli interni convoca una conferenza stampa e annuncia il ripristino della pena di morte per combattere il crimine. Diabolik ed Eva si recano sul posto, travestiti da giornalisti, e sprigionano del gas esilarante, provocando le risate di tutti i presenti. Il giorno dopo, il ministro si dimette e l’ispettore Ginko ordina una retata in grande stile contro l’impero criminale gestito dal boss Ralph Valmont. Questi è costretto a fare un patto con l’ispettore Ginko e promette di consegnare Diabolik alla polizia.
Valmont, grazie alla descrizione di una prostituta, ottiene un identikit di Eva, quindi la rapisce e chiede a Diabolik come riscatto dieci milioni di dollari e una collana di smeraldi. I due si incontrano per lo scambio sull’aereo di Valmont. Lì Diabolik raggira Valmont lo uccide e riesce a liberare Eva.
Il nuovo ministro degli interni mette una taglia di un miliardo di dollari sulla testa di Diabolik. Questi, per tutta risposta, fa esplodere tutti i palazzi del fisco, provocando una crisi economica senza precedenti. Lo Stato decide di fondere tutti i soldi in un unico lingotto d’oro del peso di venti tonnellate. Il lingotto viene trasportato su un treno. Diabolik lo distrugge, facendolo precipitare in mare, quindi si immerge e recupera il lingotto con un sommergibile, portandolo al rifugio e fondendolo. L’ispettore Ginko riesce però a localizzare il rifugio e vi fa irruzione. Eva riesce a fuggire, mentre Diabolik viene investito da un getto d’oro fuso e immobilizzato. Eva, vestita a lutto, si reca a rendere l’ultimo saluto al compagno, ridotto ad una statua. Viene raggiunta dall’ispettore Ginko. Diabolik, approfittando di un attimo di distrazione di Ginko, fa l’occhiolino ad Eva, dimostrando di essere ancora vivo, quindi una risata diabolica echeggia nel rifugio.
Il film è ispirato all’omonimo fumetto creato da Angela e Luciana Giussani e riprende le situazioni di alcuni episodi della serie a fumetti, in particolare: Sepolto vivo e Lotta disperata del 1964, e, L’ombra nella notte del 1965. Come per tutte le cose “avanti nel tempo” il film venne amato e reso cult con il “senno di poi”. Un film che diventò un’icona dell’avanguardia visiva psichedelica. Meglio di una pasticca di LSD diceva la pubblicità dell’epoca. È considerato uno dei migliori film pop degli anni sessanta. Mario Bava costruisce un film post-moderno, dove pop art, surrealismo, dadaismo e futurismo convivono tra loro in un mix azzeccato e visivamente accattivante.
La pellicola è profusa di erotismo sotteso, una storia d’amore anarchica tra due soggetti, Eva e Diabolik che fanno il bagno nelle banconote come Zio Paperone, trombano e ballano sulle meschinità del mondo, beandosi della loro gioventù e bellezza beatnik. Sganciato dalla logica nella costruzione della storia che si limita a mettere in scena Diabolik che attua piani estrosi per compiere colpi azzardati e la legge che lo combatte con mezzi leciti e non, il film procede un po’ folle e dichiaratamente nonsense, con dialoghi improbabili e caratterizzazioni su di giri, per rimandare al mondo dei fumetti. Riconosciuto come uno dei film più pop dell’epoca che si tuffava nel beat, “Diabolik” viene trasformato da re del delitto nell’Alice nel paese dei ladri. Film divertente, artigianale a livello di effetti speciali, tutto mescolato con colori vivaci e sigarette particolari.