Il TAV, e le infrastrutture in generale, è uno strumento della riorganizzazione del territorio in favore degli agglomerati urbani, la forma spaziale idonea allo sviluppo capitalista. Dunque è un mezzo al servizio dell’espansione urbana illimitata, ovvero al servizio dell’urbanizzazione generalizzata. È un’esigenza della mondializzazione economica, una richiesta dei mercati globali. Facilita la penetrazione delle multinazionali negli Stati e contribuisce a trasformare in multinazionali le imprese e i monopoli statali. Di conseguenza l’opposizione al TAV è una lotta contro il capitalismo globalizzatore. Ma non solo su scala europea. Il TAV è anche un’ingiunzione dei dirigenti politici ed economici nazionali e rappresentanti delle autonomie: il capitalismo con nomi e cognomi di casa. Per questo motivo l’opposizione al TAV è in primo luogo una lotta contro la mafia politico-imprenditoriale nazionale. È l’espressione più chiara della lotta di classe moderna e bisogna tenerlo bene in mente quando si passa all’azione. Richiamare il Parlamento Europeo, la Commissione europea o i governi francese, spagnolo e italiano a riflettere sul presente e sul futuro delle reti trans-europee, come ha fatto la Dichiarazione di Hendaye nel gennaio del 2010, è completamente privo di senso.
La proliferazione delle infrastrutture è la prova della guerra totale che il capitalismo si è visto obbligato a muovere contro il territorio e la sua popolazione, i cui avamposti sono rappresentati dalle lobby partitiche e dai gruppi di pressione mediatici, finanziari e imprenditoriali. Sono l’espressione più autentica del nemico implacabile, la personificazione dello sviluppo predatore. Non si arrendono né concedono tregua e rappresentano una minaccia permanente. Non hanno radici.Muovendosi come lupi affamati i dirigenti si sono letteralmente dati alla macchia, o meglio, ci hanno mandato le loro macchine movimento terra e i bulldozer, scortate dalle forze dell’ordine, facendo di tutto per annientare territori che non hanno mai conosciuto né apprezzato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Miguel Amoros
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