Autogestione generalizzata contro il totalitarismo di Stato

Finalmente, le primizie del progetto di un’autogestione generalizzata della vita quotidiana cominciano a essere esplorate da gruppi di affinità comunali federati nelle situazioni locali, ma destinati a diffondere fino al planetario il loro rifiuto del totalitarismo di Stato, della dittatura del Mercato e della disumanità mondializzata che ne consegue e che sta distruggendo la vita in nome dell’economia politica e dell’industrialismo tecnocratico di una società artificiale. Finalmente, due mondi da sempre in opposizione radicale appaiono nella loro irriducibile incompatibilità: quello gerarchico, suprematista e predatore o quello dell’aiuto reciproco e della solidarietà egualitaria. Il disumano contro l’umano: ecco il nuovo “rapporto di classe” del conflitto sociale. Della storia dove la coscienza di classe passa il testimone alla coscienza di specie. Pur se ancora parzialmente ideologica, la coscienza di classe ha avuto il merito di preservare l’umano nei tempi barbari dell’Antropocene trionfante, preparando il proprio superamento storico per il quale è cruciale liberarsi di ogni fascismo suprematista e di tutte le illusioni ideologiche di destra e di sinistra. Si tratta di accedere, per la prima volta nella storia dell’umanità, direttamente a una coscienza collettiva comune senza particolarismi di sorta. Si tratta di costruire un mondo nuovo sulle rovine del vecchio che si sta distruggendo da solo. Siamo al bivio tra un mondo che nasce e un altro che muore. La scelta non può essere più chiara, ma si tratta di farla e non soltanto di parlarne, perché il tempo stringe. (Tratto da “Storia e coscienza di classe” di Sergio Ghirardi, xxmilaleghe sotto n.13, 2021)

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