Disgustati dalla degenerazione della critica e dalla strumentalizzazione del pensiero logico, divenuto Ragione di Stato, molti hanno messo a morte la ragione, anche nel suo reale valore d’uso di intelligenza del reale: ma, come si sa, il sonno di questa ragione genera mostri. Così, per odio dei falli archetipici, si sono consegnati mani legate alla falsa illusione dell’immediatismo che, incollando il soggetto all’organizzazione delle apparenze, impedisce di cogliere nella prospettiva reale la propria solidarietà col movimento del capitale: auto-castrazione interessata che, rilanciando una ritrovata ingenuità falsa fino al midollo, permette di sopravvivere in situazioni cui la lucidità avrebbe posto fine.
L’ideologia della spontaneità è stata per qualche tempo il cardine di questa ulteriore mistificazione rassicurante. Quale spontaneità? Quale la autenticità, la reale autonomia da tutto ciò che ci ha prodotti?
La natura umana è da costruire: nulla di ciò che è dato sfugge alla legge della composizione mista; e la spontaneità di cui tanto si parla è un insieme di risposte obbligate, di condizionamenti appresi, di linguaggi imposti, di logiche date; e di desiderio che si cerca.
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