Il punto centrale dell’odierna fase tecno scientifica è la maggior dinamicità e convergenza delle tecnologie dell’infinitamente piccolo, con conseguenze quasi illimitate, dato che tutti gli ambiti di produzione lavorano ormai sulla stessa materia prima, la vita sottile e invisibile di atomi, molecole e particelle. È in atto il tentativo di decifrare il funzionamento cellulare e atomico della macchina natura, adattarlo alle esigenze di produzione industriale e creare il MERCATO DEL CORPO DA LABORATORIO. Questo già avviene con gli altri esseri viventi da molto tempo, ma ora le tecniche si affinano, non solo quelle propriamente tecnologiche, ma anche quelle di persuasione, disinformazione, convincimento, per consentire più agevolmente di centrare l’obiettivo: l’uomo. Il passaggio dell’uomo in “uomo altro” non è solo un passaggio in termini culturali o sociali; questo è il presente, ultima fase di una concezione ideologica della vita in cui “l’uomo nuovo” nasce da una rivoluzione politica/sociale, da un ferreo controllo culturale o da timidi esperimenti di eugenetica o da tutte queste cose insieme: è l’uomo del ‘900, l’uomo della fase industriale del capitale, in parte di quella informatica, ma non di quella nanotecnologica diffusa. Il futuro ci riserva una formidabile mutazione antropologica, una diversificazione – di carattere genetico programmato – tra gli umani in un contesto profondamente manipolato adatto ad accoglierlo. Ora viviamo in metropoli sempre più invisibili, metà vita nel traffico e l’altra metà in un’insicurezza diffusa, dovuta al lavoro, alla solitudine, all’ansia dei consumi. Se non reggeremo a tutto questo sono pronti a cambiarci dentro, nel cuore, nel fegato, nei polmoni, nelle ossa, nel cervello, nel DNA: un’evoluzione forzata per adattarci allo sfruttamento e resistere al disastro.
Chi gestisce e finanzia le nanotecnologie non sembra avere alcuna difficoltà a investire cifre colossali nella ricerca e nella produzione, in previsione di un aumento vertiginoso del loro uso. Le nanotecnologie sono pervasive, trovano applicazione in ogni settore: s’infiltrano nel cibo, nei cosmetici, nei materiali, nei sistemi di controllo, nel corpo umano. Non è facile sapere dove sono utilizzate; soltanto pochi specialisti potrebbero informarci seriamente sul loro uso nell’alimentazione, nella produzione di farmaci, di armi o negli esperimenti sul clima.
Il progresso di un uomo diventato appendice viva di un sistema nanotecnologico, che non è assolutamente in grado di controllare, conoscere, gestire, è nullo. La dipendenza è totale, la libertà tendente a zero, la vita anche.
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