La Cannabis nella medicina ayurvedica I

ayurvedaLa scienza medica ayurvedica è vecchia di tremila anni e i suoi fondamenti sono di natura cosmologica: vale a dire che la concezione che essa ha dell’uomo (e della salute come della malattia) è unitaria e strettamente collegata con il resto del cosmo. L’uomo è visto come un essere in cui sono presenti e inscindibili i suoi attributi fisici, psicologici e spirituali a sua volta collegati con gli elementi aria, acqua e fuoco, chiamati in sanscrito Tridoscha.
Sarebbe lungo spiegare la teoria dei Tridoscha; diciamo solo che lo stato di salute è caratterizzato dall’ecquilibrio dei tre Doscha corporei, la malattia e qualsiasi altro disagio fisico deriva dallo squilibrio di uno, due o anche tutti e tre. Pertanto, la cura delle malattie, ovvero la pratica terapeutica, consiste nel ripristinare l’equilibrio mediante diversi mezzi: igiene personale, dieta, farmaci, chirurgia, yoga, ecc. Tra i rimedi farmacologici un ruolo importante hanno le piante medicinali e i loro derivati e tra le prime troviamo la Cannabis Indica o la Cannabis Sativa che, come vedremo, viene utilizzata in diversi modi.
La Cannabis rientra tra i medicinali che vengono usati nella cura detta Vajikarana. Le medicine appartenenti a questa terapia tendono a favorire il vigore e la vitalità in stato di salute, aumentando il benessere fisico, migliorando la memoria e l’intelligenza, fornendo un buon incarnato, mantenendo vivi i sensi e la sessualità. In breve, la terapia vajikarana conferisce salute, vigore, prosperità, reputazione e virilità. Tuttavia i rimedi vitalizzanti (e virilizzanti) non danno risultati se applicati su un organismo non perfettamente ripulito: quindi occorre sempre far precedere una terapia purificante. In molte formule di medicina vajikarana compare la cannabis come componente capace di accrescere il potere del rimedio e di renderlo più assimilabile rilassando l’organismo.
Tutte le parti della cannabis sono attive farmacologicamente: le inflorescenze, le foglie, i semi la resina e le fibre. I medicamenti ottenuti con la cannabis hanno proprietà stomachiche, antispasmodiche, sedative, analgesiche e afrodisiache.
Secondo i principi della medicina ayurvedica, la cannabis ha qualità amare ed astringenti. E’ calda e leggera, migliora il fuoco gastrico e l’appetito, ha effetto ipnotico, riduce le viscosità e l’aria.
Viene usata per aumentare la sensazione  di euforia e di vigore al momento del coito, ma bisogna rilevare che è uno stupefacente e non è indicato per chi è di costituzione debole. Viene utilizzata anche la Cannabis sativa fresca, che contiene olio volatile, estraibile dai frutti o dai semi, composto di cannabene, idrato di cannabene e diversi altri alcaloidi. Secondo l’Ayurveda, l’uso abituale di cannabis conduce al decadimento fisico, alla dispepsia, alla melanconia e all’impotenza. In dosi abbondanti, produce esaltazione mentale, ebbrezza, sdoppiamento della coscienza e, infine, perdita della memoria e prostrazione. E’ usata come ritentivo in caso d’eiaculazione precoce, come afrodisiaco contro la debolezza sessuale o l’impotenza ed è prescritta come astringente in caso di diarrea e dissenteria. (M.P. Cannabis N°3) (segue)

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